“La Scuola ha bisogno di insegnanti felici, la nostra terra ha bisogno di queste mamme (insegnanti) quindi riportiamole dai loro figli!”, così dichiara Caterina Altamore, attivista del Partito Democratico siciliano, alla Festa dell’Unità, tenutasi a Ragusa oggi, 26 agosto 2021, riferendosi ai docenti che hanno titolarità fuori provincia e regione di residenza. Vari sono stati i temi affrontati in merito alla scuola e sul tavolo di discussione non poteva non mancare I’annosa questione dei Docenti Immobilizzati. Ad esporre le problematiche riguardanti la mobilità è la Responsabile Scuola PD della Regione Sicilia, Caterina Altamore, che introduce la testimonianza della professoressa Simonetta Arrabito, delegata dal Coordinamento Nazionale Docenti Immobilizzati.

“Ho ribadito l’ingiustizia che viviamo, dichiara la portavoce del CNDI Simonetta Arrabito, ho manifestato la nostra stanchezza, la scarsa motivazione per il disagio che viviamo, delusione verso le istituzioni e le organizzazioni sindacali che non danno ascolto alle nostre esigenze. Lo Stato ci mette difronte ad un bivio: il lavoro o la famiglia”. Mentre i precari attendono a casa di essere stabilizzati, lavorando comunque con incarichi annuali, ad oggi digitalizzati con un sistema che anticipa l’inserimento in cattedra, i docenti immobilizzati vivono una condizione di precariato in ruolo attendendo il trasferimento a migliaia di km da casa.

“Ho chiesto che il PD metta mano a questa problematica, conclude la professoressa Arrabito, perché le soluzioni ci sono! Abbiamo il diritto di formare i bambini e i ragazzi della nostra terra perché il riscatto sociale e la lotta alla dispersione scolastica passano attraverso una classe docente motivata che sa trasmettere entusiasmo agli alunni”. La risoluzione di questa categoria contempla un repertorio vasto di soluzioni ma che necessita di un accordo bipartisan per dei cambiamenti strutturali all’interno dell’attuale impianto scolastico.


“Il ricorso reiterato e dell’utilizzo di precedenze nelle procedure di mobilità territoriale, in alcuni casi totalizzante, organici scarni nell’organico di diritto ma abbondanti nell’organico di fatto, la continua riduzione oraria dell’offerta formativa, ricognizioni incomplete delle cattedre per le procedure di mobilità annuale, disponibilità rese note dopo la convalida della mobilità, l’erogazione superflua di titoli di specializzazione in territori saturi. Queste motivazioni sono solo alcune delle criticità che lamentano i docenti immobilizzati, dichiara Doriana D’Elia Presidente del Coordinamento Nazionale Docenti Immobilizzati. La battaglia che i docenti immobilizzati stanno portando avanti non è una mera rivendicazione dei singoli, ma una lotta per il riconoscimento di diritti che sono alla base del funzionamento ottimale della scuola. Percorsi più chiari e ottimali per la mobilità costituiscono percorsi chiari per le famiglie e per gli alunni che necessitano di accompagnamento lineare per il pieno sviluppo delle potenzialità di tutti, a cominciare dai più fragili, che nella scuola sono non solo gli alunni e le famiglie, ma anche gli insegnanti che da anni non ottengono risposte in termini di certezza e rispetto”.

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